Rileggere il Risorgimento. Torino / Italia: 1884-2024

Museo Civico del Risorgimento di Bologna

Che cos’è, e che significato ha oggi il Risorgimento?

La nostra nazione si è costituita attraverso il processo risorgimentale, il nostro sistema di valori affonda le sue radici in quell’epoca, le nostre stesse città hanno un impianto postunitario: acquisire una maggiore consapevolezza di questa eredità ci conviene, qualunque sia la nostra posizione ideale rispetto ad essa.

Perché gli oggetti concessi in esposizione sono rappresentativi del Risorgimento oggi? Qual è il loro potere evocativo e testimoniale oggi?

Libertà, Popolo, Fede, Guerra. I concetti fondanti del Risorgimento assumono evidenza plastica in questi oggetti: il protagonista è il popolo (a volte in carne e ossa, come nel dipinto, a volte letterario o soltanto immaginato); il fine è la libertà, ideale e politica, da intendersi anche, ma non solo, come indipendenza dallo straniero; la forma è quella della fede religiosa, l’affermazione di un valore incondizionato (anche per questo ci voleva almeno all’inizio l’”auspicio” del Papa inscritto nella bandiera); i mezzi comprendono anche l’uso delle armi, implicano quindi la disponibilità a combattere e a morire. Entrambi gli oggetti documentano inoltre la partecipazione femminile al Risorgimento: ricamano bandiere, soccorrono feriti… per quanto in posizione defilata, le donne sono realmente presenti, condividono ideali, si assumono responsabilità, corrono rischi. Questi oggetti raccontano di un’epopea fatta di miti, eroi, martiri, un’epoca remota che al limite ci può affascinare e incuriosire ma senza chiamarci direttamente in causa. D’altra parte, questi uomini (e donne) parlavano di politica, economia, rapporti tra nazioni, commerci… fondamentalmente come ne parliamo noi. Un mondo lontano ma non troppo, quindi (e a volte così simile all’attuale…), con cui confrontarsi, oltre che conveniente, è possibile.

I protagonisti del Risorgimento si sentirono chiamati in causa dalla storia e, con tutti i loro limiti e i loro errori, decisero di rispondere, affermando l’esistenza di qualcosa per cui “valeva la pena” vivere e morire. Gli oggetti esposti ci parlano di persone che, meno di due secoli fa, non hanno esitato a dire “io”, a dire “noi”.

Otello Sangiorgi, Direttore | Museo Civico del Risorgimento di Bologna