Rileggere il Risorgimento. Torino / Italia: 1884-2024

Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento, Genova

Che cos’è, e che significato ha oggi il Risorgimento?

Il Risorgimento è molto più di un capitolo di storia: rappresenta il processo di costruzione della nostra identità nazionale. Fu un momento di grande coraggio, in cui figure straordinarie dei suoi protagonisti come Mazzini, Garibaldi e Cavour immaginarono un’Italia unita e democratica, un sogno che allora sembrava quasi irrealizzabile. Fu un momento che coinvolse una grande quantità di persone comuni, soprattutto di giovani, che non esitarono a sacrificare le proprie vite, a volte comode e agiate, per un ideale da perseguire e un progetto da realizzare. Oggi, rileggere il Risorgimento significa non solo onorare il passato, ma anche riflettere su quanto quegli ideali siano ancora attuali e fondamentali per la nostra coesione sociale e per affrontare le sfide del presente. Rileggere il Risorgimento significa guardarlo con uno sguardo critico, riconoscendo non solo i suoi successi, ma anche le tante istanze irrisolte, e comprendere come quelle dinamiche continuino a influenzare la nostra realtà attuale.

Andreana Serra, Responsabile | Polo Storia e Memoria cittadina, Istituto Mazziniano-Museo del Risorgimento, Genova

Perché gli oggetti concessi in esposizione sono rappresentativi del Risorgimento oggi? Qual è il loro potere evocativo e testimoniale oggi?

Il plaid che in punto di morte ha coperto Carlo Cattaneo (1869) e Giuseppe Mazzini (1872) – ma, imprecisamente, è stato tramandato che abbia avvolto anche il corpo di Maurizio Quadrio (1876) – è protagonista di una “carriera” simbolica, singolare e ancora attuale, nel corso della quale un oggetto di uso quotidiano – un semplice plaid, appunto – è diventato cimelio, quindi reliquia laica “per contatto” col corpo dei due massimi teorici del Risorgimento repubblicano, fino all’iperbole di Pietro Barbera che sul ‘Marzocco’, nel 1915, arriverà a definirlo bandiera e a paragonarlo, nientemeno che, al Tricolore. Tipico maud in lana delle Lowlands scozzesi, lo sciallo dopo la morte di Cattaneo è passato, probabilmente attraverso Sara Nathan, a Mazzini; quindi, è stato raccolto e conservato da Agostino Bertani – che vi ha fatto ricamare in seta la scritta ancora oggi ben leggibile – e da questi lasciato ad Adriano Lemmi, i cui eredi, nel 1928, lo hanno donato al Comune di Genova che, dal 1934, lo conserva presso l’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento.

Massimo Angelini, Conservatore | Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento, Genova