Rileggere il Risorgimento. Torino / Italia: 1884-2024

Fondazione Camillo Cavour, Santena

Che cos’è, e che significato ha oggi il Risorgimento?

Il Risorgimento è considerato dalla maggior parte degli storici il periodo storico che intercorre tra il Congresso di Vienna del 1815 e la presa di Roma del 1870 e la sua successiva dichiarazione a capitale del Regno nel 1871.

Dopo circa 1500 anni dalla caduta dell’Impero Romano d’occidente l’Italia tornò ad essere unita sotto uno stesso Stato, una stessa bandiera.

Ma sbaglia chi vuol far credere che sia stato solo un processo “elitario”, pensato a tavolino da pochi intellettuali che hanno imposto ad altre classi sociali la partecipazione agli avvenimenti che hanno portato a questo risultato.

L’Unità d’Italia è avvenuta anche e soprattutto sotto la spinta del ceto medio che si stava formando e della classe imprenditoriale che ha visto in un paese unito, con l’eliminazione delle barriere doganali, delle differenze linguistiche, con una moneta unica, una gigantesca opportunità economica. Scrittori, musicisti, artisti come Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Francesco Hayez per citarne alcuni, hanno aiutato e contribuito ad alimentare lo spirito e le speranza di una intera nazione.

Oggi parlare di Risorgimento e Unità non significa solo ragionare con lo sguardo rivolto al passato, ma significa anche onorare la memoria e lo spirito di quelle persone che si sono battute per il raggiungimento dell’obiettivo e soprattutto stimolare le nuove generazioni a seguirne l’esempio.

Perché gli oggetti concessi in esposizione sono rappresentativi del Risorgimento oggi? Qual è il loro potere evocativo e testimoniale oggi?

La Fondazione Camillo Cavour ha il piacere di onorare l’iniziativa del Museo del Risorgimento di Torino concedendo tre oggetti particolarmente evocativi del periodo: due dei quali appartengono alla collezione privata della Fondazione stessa e uno alla Città di Torino proprietario del Polo cavouriano di Santena (To), gestito dalla Fondazione. La borsa in pelle contenente un raffinato nécessaire da toiletta in argento e avorio con i suoi effetti personali rimanda alla straordinaria “saison des voyages” che spalancò a Camillo Cavour le porte d’Europa.

I viaggi – vero e proprio Gran Tour nei paesi del Nord Europa – hanno permesso a Cavour di acquisire una quantità di informazioni non comuni arricchendo le proprie conoscenze che avrebbe usato sia nella propria attività imprenditoriale sia una volta entrato in politica.

Fin dal primo viaggio del 1835 egli visitò in un alternarsi di impegni mondani e culturali ospedali, ospizi, prigioni, scuole, stabilimenti pubblici e opifici, salotti, club politici, teatri, Parlamenti.

In Inghilterra Cavour visitò le aziende manifatturiere inglesi: officine, tipografie, birrifici mossi da macchine a vapore, ma specialmente quella strada ferrata che l’avrebbe entusiasmato oltre misura per i cinquanta chilometri tra Liverpool e Manchester percorsi in soli novanta minuti. Sulla via del ritorno, ci fu spazio ancora per il Belgio, l’Olanda e la Germania. Quando tornò a Torino il 30 luglio, Cavour era un uomo cambiato, come ha scritto il prof. Pierangelo Gentile.

Il “cofanetto d’argento” già appartenuto alla contessa di Castiglione ci riporta al valore sempre attuale della diplomazia – non solo ufficiale – nei rapporti tra gli Stati.

La contessa di Castiglione e Costantino Nigra in Francia, Antonio Panizzi in Inghilterra tra gli altri hanno fatto parte di quella “diplomazia ufficiosa” che, attirando le simpatie dell’opinione pubblica per la causa italiana, hanno contribuito in maniera importante ad arrivare all’Unità del nostro Paese.

Gli occhiali appartenuti a Camillo Cavour richiamano lo straordinario valore del pensiero e dell’opera del celebre uomo di Stato piemontese nella creazione e nello sviluppo del neonato Stato italiano e della sua abilità nel collocarlo fra le più importanti nazioni europee.

Come disse il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti al Parlamento Italiano riunito in seduta congiunta il 17 marzo 2011:“Né si può dimenticare l’orizzonte europeo della visione e dell’azione politica di Cavour, e la significativa presenza, nel bagaglio ideale risorgimentale, della generosa utopia degli Stati Uniti d’Europa.”

Marco Fasano, Direttore | Fondazione Camillo Cavour, Santena (To)